Reputable Vaticanista Andrea Tornielli of the Italian daily Il Giornale reports that Card Canizare Llovera, Prefect of the Congregation of the Divine Worship has put proposals to the Holy Father in April covering an emphasis on a greater sacrednss in the Rite, the recovery of a sense of Eucharistic adoration, use of the Latin in the liturgy of the Mass, communion on the tongue, and ad orientem posture (at least for the Eucharistic Prayer).
Roma: Il documento è stato consegnato nelle mani di Benedetto XVI la mattina del 4 aprile scorso dal cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino. È l’esito di una votazione riservata, avvenuta il 12 marzo, nel corso della riunione «plenaria» del dicastero che si occupa di liturgia e rappresenta il primo passo concreto verso quella «riforma della riforma» più volte auspicata da Papa Ratzinger. Quasi all’unanimità i cardinali e vescovi membri della Congregazione hanno votato in favore di una maggiore sacralità del rito, di un recupero del senso dell’adorazione eucaristica, di un recupero della lingua latina nella celebrazione e del rifacimento delle parti introduttive del messale per porre un freno ad abusi, sperimentazioni selvagge e inopportune creatività. Si sono anche detti favorevoli a ribadire che il modo usuale di ricevere la comunione secondo le norme non è sulla mano, ma in bocca. C’è, è vero, un indulto che permette, su richiesta degli episcopati, di distribuire l’ostia anche sul palmo della mano, ma questo deve rimanere un fatto straordinario. Il «ministro della liturgia» di Papa Ratzinger, Cañizares, sta anche facendo studiare la possibilità di recuperare l’orientamento verso Oriente del celebrante almeno al momento della consacrazione eucaristica, come accadeva di prassi prima della riforma, quando sia i fedeli che il prete guardavano verso la Croce e il sacerdote dava dunque le spalle all’assemblea. Chi conosce il cardinale Cañizares, soprannominato «il piccolo Ratzinger» prima del suo trasferimento a Roma, sa che è intenzionato a portare avanti con decisione il progetto, a partire proprio da quanto stabilito dal Concilio Vaticano II nella costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium, che è stata in realtà superata dalla riforma post-conciliare entrata in vigore alla fine degli anni Sessanta. Il porporato, intervistato dal mensile 30Giorni, nei mesi scorsi aveva detto a questo proposito: «A volte si è cambiato per il semplice gusto di cambiare rispetto a un passato percepito come tutto negativo e superato. A volte si è concepita la riforma come una rottura e non come uno sviluppo organico della Tradizione».Per questo le «propositiones» votate dai cardinali e vescovi alla plenaria di marzo prevedono un ritorno al senso del sacro e all’adorazione, ma anche un recupero delle celebrazioni in latino nelle diocesi, almeno durante le principali solennità, così come la pubblicazione di messali bilingui - una richiesta, questa fatta a suo tempo da Paolo VI - con il testo latino a fronte.Le proposte della Congregazione che Cañizares ha portato al Papa, ottenendone l’approvazione, sono perfettamente in linea con l’idea più volte espressa da Jopseph Ratzinger quando ancora era cardinale, come attestano i brani inediti sulla liturgia anticipati ieri dal Giornale, che saranno pubblicati nel libro Davanti al Protagonista (Cantagalli), presentato in anteprima al Meeting di Rimini. Con un nota bene significativa: per l’attuazione della «riforma della riforma» ci vorranno molti anni. Il Papa è convinto che non serva a nulla fare passi affrettati, né calare semplicemente direttive dall’alto, con il rischio che poi rimangano lettera morta. Lo stile di Ratzinger è quello del confronto e soprattutto dell’esempio. Come dimostra il fatto che, da più di un anno, chiunque vada a fare la comunione dal Papa, si deve genuflettere sull’inginocchiatoio appositamente preparato dai cerimonieri.
This gave way to supposed denials from Assitant Director of the Vatican Press Office, Fr Ciro Benedettini, which amount to nothing of the sort, he merely saying that "so far there are no institutional proposals for amendment of the books currently in use." That is to say, nothing official, nothing that requires amending the books and nothing yet. But implicitly recognising that what is afoot requires nothing to change in the books but much to change in attitudes and enforcemet/encouragement on the part of those involved in the celebration of the Divine Liturgy.
And on his blog, Tornielli says as much in response to a commentator:
Mi scusi Luisa, se ho risposto sull’altro thread, ma mi sembrava di aver letto lì quelle domande. Ora, lei mi chiede della smentita della Sala Stampa. Beh, se si legge bene, si vedrà che non è una vera smentita a ciò che ho scritto. Non ho mai affermato che esiste un testo già approvato per la riforma della riforma, ma ho scritto che sono state avanzate delle proposte, che queste proposte sono state mostrate al Papa, che la Congregazione del Culto ci sta lavorando. Ho scritto anche che è un lavoro lungo, che ci vorranno anni, che l’intenzione non è quella di procedere facendo calare le indicazioni dall’alto, ma di coinvolgere gli episcopati… etc. Ora, temo che la smentita sia stata provocata dal dibattito che si è scatenato dopo i miei articoli e che ha fatto considerare imminente la promulgazione di nuove norme ancora ben al di là da venire.
Interesting, hot on the heels of the Bishop Slattery of Oaklahoma, USA who has announced that he will celebrate his Masses in his Cathedral ad orientem from now on.